Festival dell’Eccellenza al Femminile XXI edizione
L’occupazione femminile in Italia è di ben 12 punti percentuali inferiore alla media europea. La situazione si aggrava ulteriormente quando si tratta di donne-madri. Senza contare gli ulteriori divari tra fasce d’età differenti e tra le diverse aree geografiche della penisola. Quando una donna deve scegliere chi e cosa diventare, le si prospettano solo delle rinunce.
C’è un momento della vita, quello dell’adolescenza, in cui si può sognare di diventare “grandi” nel modo che preferiamo. Crescendo, però, questa possibilità da parte delle donne è limitata (o almeno è percepita come tale) da un senso di mancata libertà. Giulia Trippetta, classe 1989, autrice, regista e interprete de La moglie perfetta, si chiede dunque: «Posso fare carriera senza rinunciare alla famiglia? Posso avere dei figli senza compromettere drasticamente il mio percorso di lavoro? Non dovremmo essere nati per perseguire la felicità?».
Navigando in queste domande, Trippetta ha fatto una scoperta: un decalogo, distribuito in Spagna tra il 1937 e il 1957 dalla Sezione femminile Franchista, su cui si trovano stampate le dieci regole per essere una “buona sposa”. A partire da questo prezioso, incredibile (e allucinante) ritrovamento, l'autrice sviluppa uno spettacolo esilarante, che ha come protagonista una ragazza degli anni ’50 insegnante di buone maniere da “moglie perfetta”. Al di là dell’apparente anacronismo del contesto della vicenda e della sua fonte scritta, Giulia Trippetta, sola in scena, racconta con grande ironia un mondo, che purtroppo per tanti aspetti ancora ci assomiglia, con il sorriso smagliante e sfacciato di quelle figure femminili disegnate sui cartelloni pubblicitari dell’epoca. Quanto spesso, ancora oggi, le donne si percepiscono come il timido disegno di un mondo in cui sono gli uomini a tenere la matita in mano?
Produzione
Marche Teatro, Agidi
Drammaturgia e regia
Giulia Trippetta
Costumi
Nika Campisi
Luci
Simone Gentili
Musiche originali
Andrea Cauduro