Dario Fo ha segnato l’immaginario di intere generazioni. Il suo carisma e l’intramontabile efficacia dei suoi scenari, eredità della Commedia dell’Arte, quella sua faccia capace di espressioni fortissime, rimangono una stella luminosa nel panorama teatrale di tutto il mondo. E ancor oggi si raccoglie e rilancia ancora il patrimonio che ha lasciato.
Ugo Dighero, volto noto e interprete brillante della scena italiana, diretto da Giorgio Gallione, porta in scena Lu santo jullare, la fabulazione su San Francesco d’Assisi. Con divertenti giochi fisici e di linguaggio, da giullare racconta la storia del Santo che si definiva a sua volta “Giullare di Dio”. La povertà, la pace, il rispetto per la natura sono i fondamenti della “rivoluzione francescana” e, più che mai oggi, a distanza di secoli, sono istanze necessarie: le disuguaglianze sociali affliggono i popoli, le guerre dilagano a ogni angolo della terra, la natura sta cambiando con effetti disastrosi a causa dell’egoismo dell’essere umano. Ed è possibile che la complessa riflessione a cui siamo chiamati scaturisca dalla risata? Sì.
Dopo essersi misurato con Mistero Buffo, Dighero torna a regalare al pubblico l’opera di Fo: si muove sul filo di un racconto intriso di dolcezza, di gioiosa leggerezza, di coraggio ma anche di satira decisa. Cento anni fa nasceva Dario Fo, dieci anni fa moriva. Ma la preziosa opera del Premio Nobel, si presenta vivissima a noi che abitiamo questo tempo, otto secoli dopo la morte di Francesco d’Assisi. Uno spettacolo che è preziosa occasione per omaggiare un grande maestro della scena, facendo seguito al talento – che senza timore possiamo definire “vocazione” – che, come si legge nella motivazione del Nobel, «seguendo la tradizione dei giullari medioevali, dileggia il potere restituendo la dignità degli oppressi».
Produzione
Teatro Nazionale di Genova, CMC/Nidodiragno
con la collaborazione di Teatro della Juta
Adattamento e regia
Giorgio Gallione
Interprete
Ugo Dighero
Scene e costumi
Lorenza Gioberti
Disegno luci
Aldo Mantovani