La questione del lutto, il rapporto con i padri e le figure degli eroi attraversano il teatro fin dalla sua nascita. Basti pensare a quanto di questi temi sia imbevuta la tragedia greca, o l’epica cantata dagli aedi. E da lì, ininterrottamente, questi aspetti dell’umano sono stati sviscerati in tutta la storia della drammaturgia. Ma cosa accade quando il lutto, il padre e l’eroe si sovrappongono? Quando il morto da seppellire è (forse) un eroe ma è anche tuo padre?
Davide Sacco, penna incisiva e aguzza, regista e drammaturgo di Napoleone. La morte di un Dio, immagina un figlio che, mentre il cielo di Parigi nevica come piangesse, piange a sua volta la morte del padre. È il giorno in cui torna in Francia la salma dell’imperatore Bonaparte morto in esilio.
Ispirato allo sguardo di Victor Hugo che restituì nel breve saggio I funerali di Napoleone una cronaca di quel giorno storico, un “anonimo figlio” si interroga sul senso della grandezza di un uomo, affronta il dolore del sentirsi orfano, rivive l’infanzia, la relazione col padre, figura che ai suoi occhi, almeno fino a un certo punto della vita, è vissuta come un eroe, quando non come dio: «Nonostante la fame, nonostante i fallimenti, per tuo figlio sei Dio».
Lo spettacolo – che ha visto la luce nel 2023 – non intende presentarsi come una ricostruzione fedele dei fatti, ma prende, piuttosto, dalla Storia l’ispirazione per raccontare un'altra storia, senza lettera maiuscola. Sullo sfondo dei grandi eventi si consuma la vita fatta di accadimenti personali, di dolori, piccoli o grandi, e di ricostruzioni necessarie, che comunque ci dicono dell’essere umano che, in fondo, vive sempre sotto l’armatura di un eroe. A interpretare il figlio l’ottimo Lino Guanciale che, nonostante la popolarità televisiva, non abbandona i palcoscenici del teatro.
Produzione
LVF - Teatro Manini di Narni
Testo e regia
Davide Sacco
Interpreti
Lino Guanciale
e con Simona Boo, Amedeo Carlo Capitanelli
Scene
Luigi Sacco
Costumi
Daniele Gelsi
Aiuto regia
Flavia Gramaccioni