Festival dell’Eccellenza al Femminile XXI edizione

La giovanissima drammaturga Irene Petra Zani incontra la tragedia umana e intellettuale di Carlo Michelstaedter, nato nel 1887 a Gorizia e morto suicida nel 1920: filosofo raffinatissimo e inquieto, laureatosi con una tesi poi diventata libro di culto: La persuasione e la retorica.

Si chiede Zani: «Si dice che il volto della Persuasione sia terribile, ma è davvero così? È questo il tormento ininterrotto della mente di un ragazzo di 23 anni di Gorizia che scrive e pensa in greco». Per l’autrice quel ragazzo cercava di «fare un ritratto che andasse oltre la maschera degli insegnamenti ereditati e così Peitho, Dea della Persuasione del pantheon greco, appena evocata si discolpa dalla guerra e dal capitalismo occidentale. Il pubblico assiste a una apologia dove la Storia della violenza come principio che governa il Mondo, si intreccia con la storia del ragazzo friulano che sprofonda dentro sé stesso alla vigilia della Grande Guerra. Ma le maschere non cadono. E Peitho non persuade nessuno. Forse».

Il testo, vincitore del bando “FuturoPassato” arriva sulla scena con il concept di Federica Fracassi, anche interprete con Dimitrios Papavasiliu, e il sound di Shari DeLorian. Scrive Fracassi presentando il lavoro: «La Dea della persuasione vomita parole affilate come armi, mentre si discolpa incalzata da un coro di umani che si professano innocenti per le sorti che impongono al mondo. Il rischio formale di questo progetto mi ha innamorata. Conoscevo la storia di Carlo per averla studiata a scuola. La sua coerenza mi è sempre parsa terribile e al tempo stesso gloriosa. Sono certa che l’arte debba raccontare anche il male e le nostre parti oscure ed è raro trovare scritture così potenti e lucide che tengono in pugno ciò che quasi non si riesce a dire. Ho immaginato un ambiente crudele, spietato, un paesaggio devastato e sospeso agito da voci e da suoni».